sabato 7 febbraio 2015

Vinnatur 2015 a Genova

Ma dove sono i talebani?

Mattinata freddissima, un caffè,  un bel sorriso della barista ed ecco che inizia una bella giornata.
Arriviamo a Genova in treno, comodissima soluzione per una città senza parcheggi ma su scomodissimi treni, con posti a sedere su misura di "Vitturien - Sciaboletta".
Dalla Stazione Principe prendiamo la mal collegata metropolitana fino a De Ferrari, dove facciamo un po di attività ginnica a causa delle scale mobili ferme. Complimenti! Un bel benvenuto.

Stazione Metropolitana di Principe


Siamo in anticipo al Vinnatur stanno ancora preparando, la location è bellissima: il Palazzo della Borsa, e poi Genova è tutta bella, basta non abitarci. (ho già dato)

Ingresso in via XX Settembre


Finalmente alle 11 entriamo, ottima accoglienza con guardaroba e bicchiere ed  eccoci nella splendida sala , con i produttori disposti su tutto l'ovale ed al centro postazione con prosciutto Sant Ilario di Parma, Mortadella Favola e Pane Piuma.

Palazzo della Borsa  - Genova


C'è tutto: si può partire. In questo tipo di degustazioni  privilegio il divertimento , voglio conoscere nuove cose, e come giudizio mi basta il Buono - No Buono, poi con calma assaggeremo le varie bottiglie valutandole con più rigore.

Interno - in attesa dell'apertura

Tavolo Prosciuuo e Mortadella


Prima sosta da Radoar, Alto Adige , accoglienza cordiale, informazioni puntuali, assaggiamo l'Etza,  Muller Thurgau ottimo.


Accanto, il Castello di Stefanago Borgo Priolo (PV), avevo già assaggiato il Riesling San Rocco affinato in botte di acacia e mi aveva lasciato perplesso, riproviamo e, sorpresa: un riesling con tutti gli attributi, bella freschezza, note fruttate e minerali, ottimo, assaggiamo anche il pinot nero metodo ancestrale, un'altra sorpresa, freschezza e bevibilità. ottimo.
La cantina è vicina, merita una visita.


Andiamo al centro della sala, un profumo incredibile, con la narice sinistra si percepisce nettamente il Prosciutto San Ilario , con la narice destra la mortadella Favola con la sua cotenna,  un rimpianto: avrei voluto avere anche il salame cotto del Monferrato, ed il Nobile del Giarolo, ma forse poi mancavano le narici.

Sento anche profumi di crosta di pane, Champagne? no! Pane Piuma, il panificatore ci fa un bello spiegone e proseguiamo nell'assaggio di grani teneri, grani duri, conosciuti, sconosciuti, un mondo nuovo ed intanto facciamo un po' di fondo per i prossimi vini.

Abbiamo poca fortuna con i Francesi, sono affollatissimi, e quando riusciamo ad assaggiare qualcosa c'è un po di delusione. Con Natalie Gaubicher: Chenin Blanc finito, Champagne Charlot particolari, ma non memorabili, Simpatico e bella presenza del Domaine Vinci (Roussillon) dove assaggiamo un
Coyade   2013 da vitigni  Maccabeu 75 %, Carignan blanc 15%, Grenache blanc 10% viti di 50 anni resa - 20 Hl/Ha. Ottimo

Domaine Vinci

Passeggiare per la grande Sala delle Grida è piacevole, non c'è molto affollamento, anche se in molti casi per degustare bisogna fare la coda. Intorno degustatori seriali che non si perdono niente, proprio niente, gli odiosi sputacchiatori, ed infine notiamo un ometto metodico: parte dal primo banco ed avanza con due bicchieri in tasca ed  una cartella, lo seguiamo per un po': fa il quarto grado ai produttori, domande ed osservazioni sempre pertinenti, è un piacere ascoltarlo. Per non disturbare ci allontaniamo, è il famoso Virgilio Pronzati di cui leggo spesso su Tigullio Vino.

 Interessante sosta dalla Cooperativa Valli Unite per un sorso di Timorasso ed al vicino di banco "Azienda La Morella" ex socio della Cooperativa, sempre per il Timorasso molto varietale ed una bevibilissima barbera.

Tabarrini  dall' Umbria,vale una sosta per il Fiero Bianco , grechetto , ed in particolar modo per il Trebbiano, piaciuto assai e molto lungo.

Altro pezzo da novanta: Donati Camillo Ottimi la Malvasia di Candia ed il Lambrusco Maestri che si trova a suo agio con il prosciutto Sant Ilario. Mancava la Malvasia Rosa, dovremo fare un giretto in loco per rimediare, e visto che è vicino a Felino, Langhirano........

Stefano Legnani Liguria: non mi sono ritrovato nel Loup Garou , eppure piace ed il vermentino è sempre nella mia cantina, forse la macerazione sulle bucce non fa per me, riproverò con calma.

Passiamo al Veneto ed alla Garganega

Il Cavallino di Maule Sauro: Bianco Granselva :  Garganega (40%) Sauvignon bianco (20%)
Pinot Grigio (20%) Durella (20%) - grande bevibilità

Altro Maule più conosciuto con la Biancara due Garganega, una dalla vasca il Sassaia, va giù come l'olio, il Pico idem con patate.

Daniele Piccinin significa durella: in fiera solo la versione con chardonnay Bianco dei Muni. Squisito il protagonista come squisito il vino e dire che i produttori dei vini naturali erano descritti come talebani!





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