Piccoli gioielli dell'Italia Enoica:
Serata ad Asti organizzata dall'Onav, nell'occasione si presentano il nuovo delegato della sede astigianaMirella Morra, il neo consigliere nazionale Mario Redoglia ed il Presidente Vito Intini che conduce la interessante serata di degustazione.
Si parla di vini poco conosciuti ma del territorio in senso stretto, infatti sono relegati in un ecosistema particolare dal quale non riescono ad uscire.
Nella classificazione un vino storico deve esistere in un territorio da almeno 50 anni
un vitigno indigeno da oltre 50 anni, in questo caso si tratta di indigeni autolimitanti, non esportabili per le loro caratteristiche al di fuori della zona di appartenenza.
Oltre ad avere questa caratteristica non si tratta tuttavia di mere curiosità, ma di vini in questo caso tutti rossi di grande prospettiva futura, e sui quali c'è anche investimento da parte delle istituzioni, con promozione e selezioni clonali per affinare il prodotto interessante anche perchè non omologabile.
1) Fumin – Grosjean 2011 - 13° prezzo attorno ai 15 Euro
Fumin Grosjean - 2011 |
alla vista si presenta con un incredibile colore violaceo intenso
al naso franco con intensità di frutti rossi e nota minerale e speziata, esempio scolastico di naso empireumatico
in bocca ed via retro olfattiva molto presente il fumo e le note di tostatura, pur essendo un vino di acciaio sembra uscito da botte tostata. Il tannino è morbido buona freschezza e grande bevibiltà
2) Tintilia Lagena Cantine D'Uva - 2012 13,5°
Tintilia del Molise - Lagena |
Ci troviamo in Molise, ambiente montano tra le provincie di Campobasso ed Isernia, agli albori del XX secolo era il vitigno più diffuso del Molise, rappresentava circa l'80% della produzione, fillossera ed industrializzazione lo hanno portato quasi alla scomparsa, ora da qualche decennio la rinascita, fino ad essere attualmente il punto di riferimento enologico del Molise. Il vitigno non esce dall'area di derivazione e sono ancora in corso selezioni clonali.
Produttore Angelo D'Uva - 2012 |
Molto colorato
Al naso essenzialmente profumi primari molta frutta e qualche nota speziata, suadente ma manca di complessità
in bocca acidità molto presente tannini importanti e di personalità, ha una bella persistenza, è un vino che marca il territorio.
3) Cesanese del Piglio 2011
Cesanese del Piglio - Casale della Ioria |
Vino laziale tradizionalmente servito con la coda alla vaccinara, nasce da tre cantine sociali, Affile, Piglio e Olevano e con una attenta selezione clonale passa a produttori privati che valorizzano il prodotto, anche in questo caso vitigno che non riesce ad uscire dal suo ambito.
Torre del Piano 2011 |
Bel colore intenso al naso si presenta verticale con profumi che salgono diritti alla radice del naso, frutta sotto spirito, con note balsamiche e di fumo
in bocca è spesso emergono note terrose e di liquirizia, tanti tannini ma gentili in bocca, buona persistenza.
4) Nero buono di Cori 2010 14,5° Igt Lazio
Vino Apolide |
Piccola produzione che non supera le 60.000 bottiglie, vino della tradizione, quando arrivava un ospite si andava in cantina a prendere una bottiglia di Vino Nero Buono, da cui prende il nome.
Posizione particolare con vigneti a 400m con vista mare per cui grande ventilazione, terreno vulcanico con piccolo strato argilloso, pendenze rilevanti, rese bassissime. Chiamato Apolide per protesta contro l'esclusione dalla Doc Cori
Nero Buono - Marco Carminati - 2010 |
Coloratissimo, al naso vinoso con impatto molto fruttato, marasca clamorosa, spezie, pepe bianco, passa parte in botte grande e parte in piccola.
In bocca si sente ancora giovane, stupisce per la grande acidità, non è armonico ma ha grandi potenzialità.
5) Susamaniello - Torre Testa - Tenute Rubino - 16° Salento IGT - 2012
Il Susumaniello è l'asinello, nome ricorrente nei vitigni di buona vigoria e grande produzione, ad esempio nel basso Piemonte c'è il Carica l'asino, altro vitigno con nome esplicativo in tal senso è il pagadebit di Romagna. C'è tanta storia di vino anche in Puglia, fino agli anni ottanta c'era anche molta Francia, aziende francesi producevano vino che poi spedivano su grandi navi alla volta di Bordeaux, e forse anche per la “francesizzazione” il Susumaniello era confuso con il Cinsault. Solo i moderni studi di genetica hanno stabilito che il vitigno, come del resto il Primitivo hanno un origine dalmata.
Impianti ad alberello e basse rese danno un vino di gran corpo, un bel colore intenso con sfumature
violacee. Al naso emerge frutta rossa, poi una nota minerale di grafite, terra, non elegantissimo ma esprime un territorio. In bocca , freschezza impressionante e tanto corpo, vino masticabile, l'estratto secco è sui 40gr/l.
6) Magliocco – Magno Meganio – Librandi – Cirò (kr) 2012 14°
Magliocco Librandi 2012 |
Confuso con il Gaglioppo, il magliocco è un vitigno che da grande struttura ed importanti tannini e che ha la particolarità di avere difficoltà nel fare la fermentazione malolattica, vitigno scorbutico domato in questo caso dall'enologo Lanati.
Magno Megonio - Val di Neto IGT |
Colore intenso che volge al violaceo.
Naso franco, frutta matura, vinoso, fine con note eteree, note speziate, molto elegante.
In bocca rispecchia il carattere calabrese: potente e virile , spesso e polveroso
7) Pignolo La Viarte – Prepotto - 2005 - 14,5°
Pignolo La Viarte Riserva 2005 |
Siamo in Friuli ed il Pignolo è un vitigno che da vini di una longevità incredibile e con tannini esagerati. Pur con dieci anni sulle spalle ha il colore di un vino giovane. Al naso è un vino empireumatico, note tostate e fumose ed anche una nota vegetale, in bocca si avverte una grande freschezza accompagnata da tannini ancora ruvidi, sembra appena imbottigliato.
Pignolo - Colli Orientali Friuli |
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