venerdì 30 gennaio 2015

Piccoli gioielli dell'Italia enoica

Piccoli gioielli dell'Italia Enoica:


Serata ad Asti organizzata dall'Onav, nell'occasione si presentano il nuovo delegato della sede  astigianaMirella Morra, il neo consigliere nazionale Mario Redoglia ed il Presidente Vito Intini che conduce la interessante serata di degustazione.

Si parla di vini poco conosciuti  ma del territorio in senso stretto, infatti sono relegati in un ecosistema particolare dal quale non riescono ad uscire.
Nella classificazione un vino storico deve esistere in un territorio da almeno 50 anni
un vitigno indigeno da oltre 50 anni, in questo caso si tratta di indigeni autolimitanti, non esportabili per le loro caratteristiche al di fuori della zona di appartenenza.
Oltre ad avere questa caratteristica non si tratta tuttavia di mere curiosità, ma di vini in questo caso tutti rossi di grande prospettiva futura, e sui quali c'è anche investimento da parte delle istituzioni, con promozione e selezioni clonali per affinare il prodotto interessante anche perchè non omologabile.

1) Fumin – Grosjean   2011 -  13° prezzo  attorno ai 15 Euro




Fumin Grosjean - 2011


vitigno che insiste in tutta la Valle d'Aosta, il nome deriva da una caratteristica del vino, ovvero l'odore del fumo. Ha origini antiche, notizie certe del Fumin risalgono al 1838 con Lorenzo Francesco Gatta, che ne parla ampiamente nel suo “Saggio sulle viti e sui vini della Valle d’Aosta”.

alla vista si presenta con un incredibile colore violaceo intenso
al naso franco con intensità di frutti rossi e nota minerale e speziata, esempio scolastico di naso empireumatico
in bocca ed via retro olfattiva molto presente il fumo e le note di tostatura, pur essendo un vino di acciaio sembra uscito da botte tostata. Il tannino è morbido buona freschezza e grande bevibiltà

2) Tintilia Lagena  Cantine D'Uva  - 2012 13,5°


Tintilia del Molise -  Lagena


Ci troviamo in Molise, ambiente montano tra le provincie di Campobasso ed Isernia, agli albori del XX secolo era il vitigno più diffuso del Molise, rappresentava circa l'80% della produzione, fillossera ed industrializzazione lo hanno portato quasi alla scomparsa, ora da qualche decennio la rinascita, fino ad essere attualmente il punto di riferimento enologico del Molise. Il vitigno non esce dall'area di derivazione e sono ancora in corso selezioni clonali.

Produttore Angelo D'Uva - 2012


Molto colorato
Al naso essenzialmente profumi primari molta frutta e qualche nota speziata, suadente ma manca di complessità
in bocca acidità molto presente tannini importanti e di personalità, ha una bella persistenza, è un vino che marca il territorio.

3) Cesanese del Piglio 2011


Cesanese del Piglio - Casale della Ioria


Vino laziale tradizionalmente servito con la coda alla vaccinara, nasce da tre cantine sociali, Affile, Piglio e Olevano e con una attenta selezione clonale passa a produttori privati che valorizzano il prodotto, anche in questo caso vitigno che non riesce ad uscire dal suo ambito.

Torre del Piano 2011


Bel colore intenso al naso si presenta verticale con profumi che salgono diritti alla radice del naso, frutta sotto spirito, con note balsamiche e di fumo
in bocca è spesso emergono note terrose e di liquirizia, tanti tannini ma gentili in bocca, buona persistenza.

4) Nero buono di Cori 2010 14,5° Igt Lazio


Vino Apolide


Piccola produzione che non supera le 60.000 bottiglie, vino della tradizione, quando arrivava un ospite si andava in cantina a prendere una bottiglia di Vino Nero Buono, da cui prende il nome.
Posizione particolare con vigneti a 400m con vista mare per cui grande ventilazione, terreno vulcanico con piccolo strato argilloso, pendenze rilevanti, rese bassissime. Chiamato Apolide per protesta contro l'esclusione dalla Doc Cori

Nero Buono  - Marco Carminati - 2010


Coloratissimo, al naso vinoso con impatto molto fruttato,  marasca clamorosa, spezie, pepe bianco, passa parte in botte grande e parte in piccola.
In bocca si sente ancora giovane, stupisce per la grande acidità, non è armonico ma ha grandi potenzialità.

5) Susamaniello - Torre Testa - Tenute Rubino  - 16° Salento IGT - 2012



Il Susumaniello è l'asinello, nome  ricorrente nei vitigni di buona vigoria e grande produzione, ad esempio nel basso Piemonte c'è il Carica l'asino, altro vitigno con nome esplicativo in tal senso è il pagadebit di Romagna. C'è tanta storia di vino anche in Puglia, fino agli anni ottanta c'era anche molta Francia,  aziende francesi producevano vino che poi spedivano su grandi navi alla volta di Bordeaux, e forse anche per la “francesizzazione” il Susumaniello era confuso con il Cinsault. Solo i moderni studi di genetica hanno stabilito che il vitigno, come del resto il Primitivo hanno un origine dalmata.



Impianti ad alberello e basse rese danno un vino di gran corpo, un bel colore intenso con sfumature
violacee. Al naso emerge frutta rossa, poi una nota minerale di grafite, terra, non elegantissimo ma esprime un territorio. In bocca , freschezza impressionante e tanto corpo, vino masticabile, l'estratto secco è sui 40gr/l.

6) Magliocco – Magno Meganio – Librandi – Cirò (kr)  2012 14°

Magliocco Librandi  2012


Confuso con il Gaglioppo, il magliocco è un vitigno che da grande struttura ed importanti tannini e che ha la particolarità di avere difficoltà nel fare la fermentazione malolattica, vitigno scorbutico domato in questo caso dall'enologo Lanati.

Magno Megonio - Val di Neto IGT


Colore intenso che volge al violaceo.
Naso franco, frutta matura, vinoso, fine con note eteree, note speziate, molto elegante.
In bocca rispecchia il carattere calabrese: potente e virile , spesso e polveroso

7) Pignolo  La Viarte – Prepotto - 2005 - 14,5°

 Pignolo La Viarte Riserva 2005 


Siamo in Friuli ed il Pignolo è un vitigno che da vini di una longevità incredibile e con tannini esagerati. Pur con dieci anni sulle spalle ha il colore di un vino giovane. Al naso è un vino empireumatico, note tostate e fumose ed anche una nota vegetale, in bocca si avverte una grande freschezza  accompagnata da tannini ancora ruvidi, sembra appena imbottigliato.

Pignolo - Colli Orientali Friuli


martedì 6 gennaio 2015

A volte esagero 5


Gli Amaretti più buoni del mondo


Segnalati  ed arrivati per Natale dal sempre presente Merlaccio ecco una confezione dei famosi amaretti Traverso di Gavi.

Amaretti di Gavi - Traverso

Grande finezza e dolcezza

Amaretto in tutto il suo splendore


A volte esagero 4

Il caffè più buono del mondo



Girovagando qua e là per il web, su "Dissapore" ho trovato un post interessante sul caffè in Italia, e nei commenti, un tale "nome" ben considerato nel mondo dei commentatori, suggeriva il Caffè della Torrefazione Ronchese.

Parlando con il Merlaccio noto conoscitore della zona scopro che usa abitualmente tal caffè, anzi il titolare della Torrefazione, genovese, è un suo vicino di casa.

Detto fatto, per Natale mi arriva una sgargiante confezione di Caffè del Principe
che apprezzo con la mia minimoka

Caffè del Principe - torrefazione Ronchese
Il peso è in libbre, esattamente una Libbra di Caffè - 454 g : una finezza, che denota come i "Mea" siano uomini di mondo; doppia finezza perché pur essendo usata nei paesi anglosassoni è in origine una unità di misura romana

Retro con logo Torrefazione

A presto, forse, una visita alla torrefazione



A volte esagero 3



Il Ratafià  più buono del mondo


Il Ratafià di ciliegie nere di Andorno Micca
Liquore di lontana tradizione piemontese di cui parla Angelo Brofferio in "Tradizioni italiane per la prima volta raccolte in ciascuna provincia dell'Italia e mandate alla luce per cura di rinomati scrittori italiani " Google ebooks

  


Per gustarlo al meglio bisognerebbe andare ad Andorno Micca. Da quelle parti passa la famosa  "panoramica zegna" che è la strada che porta da Trivero a Bielmonte, quindi Andorno Micca e  Biella. Salendo dalla parte opposta si sale nella Valle Cervo che prende il nome dal torrente che la segna, una leggenda racconta che i paesi presero il nome da una battuta di caccia al cervo fatta da un gruppo di amici. Partendo da Andorno ovvero andarono, quindi Sagliano per salirono, Campiglia Cervo il cane piglia il cervo, Quittengo qui lo tengo  ed infine Piedicavallo, a piedi e non a cavallo perchè si sale.

giovedì 1 gennaio 2015

A volte esagero 2




I Tajarin più buoni del mondo


Per il 31 Dicembre 2014 la super cuoca Tiziana ci fa un regalo e in qualità di personal chef a casa di Bubu ci prepara i suoi buonissimi

Tajarin 30 rossi Special in doppia versione:

  • Al ragù di bue grasso nicese di Monferrato Carni
  • Al tartufo bianco di Grazia


Ex ante



Tajarin 30 rossi al ragù di bue grasso nicese

Durante - Servizio al ragù


Tajarin 30 rossi al tartufo bianco di Fontanile (At)








Abbinamento con Albarossa Viotti 2009 Castel Rocchero AT

Un bel vino forma e sostanza, tannini vellutati,  lungo in bocca

Albarossa Viotti 2009


e Barbaresco Marcorino 2008  - Cantina del Glicine

fine ed elegante, tannini scalpitanti, ma un po' corto


Confezione personalizzata


Uno dei pochi ad avere la confezione personalizzata dei tajarin 30 rossi della cuoca Tiziana



Consigli per la cottura

Tiziana cuoca, non cucina per tutti, per cui  in alternativa i secondi Tajarin più buoni del mondo
si possono trovare alla Trattoria della Posta  da Camulin a Cossano Belbo.

Solo i tajarin ed il mattone alla nocciola di langa meritano il viaggio.


Per il tajarin fai da te, ma non tutto, cercare 


di Mauro Musso, paste strepitose!!